di Mario Adinolfi 
Leggo che anche Elly Schlein sarà in San Pietro per i funerali di Francesco rimproverando ad altri “l’ipocrisia di non aver mai seguito i suoi insegnamenti di Papa a difesa degli ultimi”. Già. Per il Papa, lo avrà ripetuto mille volte, gli ultimi erano le vittime della “cultura dello scarto”: i bambini che vengono uccisi prima della nascita perché sono un ingombro e un disturbo, gli anziani non autosufficienti e i disabili che un pezzo di società vuole indirizzare verso il suicidio assistito e l’eutanasia, l’ultima sua battaglia è stata per gli embrioni. 
Dal Corriere della sera di oggi si scopre (lo scoprono solo i lettori attenti di pagina 7, non c’è alcun riferimento nella titolazione) che come ultima battaglia per la vita Francesco aveva chiesto al suo medico e al Policlinico Gemelli di impegnarsi sugli embrioni in eccesso criocongelati per salvarli “dalla sperimentazione o dalla distruzione, sarebbe omicidio”. Ecco chi erano gli ultimi per Francesco: i senza voce, a cui il Papa ha donato la sua, anche se erano “solo” malati senza più speranze, vecchi sofferenti, bambini non ancora partoriti o persino embrioni. Quegli embrioni che secondo tanti dovrebbero essere semplicemente “usati”, mentre l’ultima battaglia di Francesco è stata per il rispetto della vita umana sempre, ovunque ve ne si riscontri anche solo una scintilla. Per inciso il medico in questione e dunque il Gemelli si sono impegnati a rispettare il desiderio del Papa morente, nessuno toccherà gli embrioni e si cercherà una formula per darli in adozione. 
Tendo a credere che Elly Schlein non avrebbe unito la sua voce all’ultima battaglia di Francesco per la vita e per i veri ultimi. E allora venga pure in San Pietro se ritiene per i funerali del Papa, ma lasci perdere le accuse di ipocrisia perché conferma il detto secondo cui ogni insulto rivolto a terzi sia in realtà un’autobiografia.

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