di Mario Adinolfi

Le elezioni politiche in Germania che si tengono domenica 23 febbraio 2025 vi vengono raccontate dai media più o meno con questa sintesi: ci sono dei cattivi nazisti finanziati da Musk e sostenuti da Trump, Vance e Bannon (su tutti i giornali di oggi la sua foto nell’adeguato saluto) che bisogna tenere a tutti i costi fuori dal governo. Per il resto, va bene tutto. In questo articolo proverò a farvi capire qualcosa del voto tedesco di cui alle 18 di domenica già conosceremo l’esito, che avrà risvolti di certo molto problematici e ai più incomprensibili, ma assai rilevanti per il futuro dell’intera Europa e dunque anche per il nostro.

Intanto familiarizziamo con i termini di base. Queste sono elezioni politiche anticipate, la scadenza naturale era a fine anno ma il governo del cancelliere socialista Scholz con Verdi e liberali è saltato, per via della crisi economica pesante e della questione immigrazione che in Germania è molto sentita per via delle innumerevoli stragi compiute dagli islamici. Ai nastri di partenza si presentano sette partiti: Sdp, Cdu-Csu, AfD, Bsw, Fdp, Grünen e Die Linke. Sono sigle impronunciabili ma se si vogliono capire le elezioni tedesche bisogna conoscerle tutte e sette. Le elezioni del 2021 furono vinte dalla Spd (il Pd di Germania che è anche il partito più antico d’Europa fondato nel 1863 che assunse questa denominazione nel 1890) con il 26%. Sotto la guida di Olaf Scholz la Spd riuscì a mandare la Cdu-Csu (i democristiani che avevano governato per 16 anni consecutivi con Angela Merkel) all’opposizione visto che si era fermata al 24%. Alleandosi con la Fdp (i liberali, 12%) e con i Grünen (i Verdi, 14%) Scholz riuscì a dare vita al governo basato sulla Ampelkoalition, in italiano “coalizione semaforo” per via dei colori dei tre partiti, la cui crisi ha prodotto il ricorso alle urne del 23 febbraio 2025.

Alle elezioni del 2021 ottenne il 10% Alternative für Deutschland, partito di destra mai apparso prima nel Bundestag (il Parlamento tedesco). Il sistema elettorale in Germania è un mix di maggioritario e proporzionale: il cittadino assegna un voto per il collegio territoriale dove il candidato più votato vince e uno per il partito che deve superare lo sbarramento del 5% per ottenere seggi. Due piccoli partiti di sinistra, Die Linke e Bsw che alle elezioni del 2021 neanche c’era, si battono sul limite dello sbarramento per ottenere rappresentanza parlamentare. Die Linke, un partito simile a Rifondazione comunista, sotto la guida della 36enne Heidi Reichinnek è molto spinta sui media anche italiani negli ultimi giorni e potrebbe addirittura avvicinarsi al 10%, mentre più difficile si fa la battaglia per la lista rossobruna alla Marco Rizzo di Bsw.

L’elefante nella cristalleria è ovviamente AfD, descritto come partito neonazista anche se è guidato da una algida 46enne lesbica che vive con una svizzera di origine cingalesi con cui ha adottato due figli. Si chiama Alice Weidel e da domenica sera guiderà il secondo partito di Germania che surclasserà la Spd raddoppiando almeno il 10% del 2021. Attorno a Weidel e AfD è steso un cordone di esclusione da quello che in Italia per decenni abbiamo chiamato “arco costituzionale” e in Germania definiscono con la parola Brandmauer. Alternative für Deutschland per le sue politiche fortemente contrarie all’immigrazionismo, all’Unione europea e alla guerra alla Russia è considerato alla stregua del partito nazista e va tenuto fuori dal governo. Il vincitore annunciato delle elezioni 2025, il 69enne democristiano Friedrich Merz che riporterà la Cdu al 30% dopo che nel 2009 aveva addirittura lasciato la politica per le sue frizioni con la Merkel, non potrà allearsi con AfD per via del Brandmauer, dovrà cercare un’intesa con i Verdi sperando che siano sufficienti, visto che i liberali della Fdp probabilmente saranno cancellati dal Parlamento perché non supereranno lo sbarramento.

Se l’intesa tra democristiani e Verdi non sarà sufficiente resta solo la carta della Grosse Koalition che imbarchi anche una Spd che sarà travolta dal voto e si ritroverà al minimo storico dei consensi, attorno al 15%. La domanda è: si può riportare al governo una Spd così sonoramente sconfitta? La mia impressione è che così facendo AfD alle prossime elezioni politiche prenderà il 40% e governerà da sola. Ma con i pronostici forse mi sono allargato già fin troppo, quindi fatevi bastare questo: Cdu-Csu al 30%, AfD al 20%, Spd al 15%. A seguire: Verdi 12%, Die Linke 10%, mentre vedo Fdp e Bsw sotto lo sbarramento del 5% insieme agli altri partitini dunque fuori dal Bundestag.

Ne emergerà un governo a guida del democristiano Friedrich Merz in coalizione con i Verdi se i seggi ottenuti basteranno, altrimenti allargato anche alla Spd che sarà il partito più sonoramente sconfitto perché ha governato malissimo producendo crisi economica, crollo della produzione industriale con l’ipotesi di chiusura addirittura di tre interi stabilimenti Volkswagen, inflazione, disoccupazione anche per via dell’adesione acritica alla dottrina Biden sulla guerra alla Russia. La Germania è infatti la nazione che ha speso di più nell’Unione europea per armamenti da fornire a Zelensky. La scarsa lotta all’immigrazione viene percepita dai tedeschi poi come un crollo della loro sicurezza interna, per le innumerevoli stragi compiute da stranieri o immigrati di radice islamica. Se il nuovo cancelliere non saprà dare una sterzata, alle prossime elezioni che potrebbero tenersi ben prima del 2029, Alternative für Deutschland che è un partito di destra ma non nazista dominerà la Germania.

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