di M. Adinolfi
L’evocazione di Churchill è il luogo comune preferito dai riarmisti europeisti, oggi ce lo ripropina Timothy Garthon Ash via Repubblica. Affinché sia chiaro a tutti, Churchill ci liberò dalla follia hitleriana resistendogli da solo fino alla stretta decisiva (che fu comunque data da americani e sovietici) promettendo al suo popolo una ricetta senza sconti sintetizzata nel famoso “lacrime e sangue”. Poi vinse la guerra e perse le elezioni.
I Churchill de noantri devono spiegare che spenderemo 800 miliardi di euro in armamenti per difenderci da un Hitler che non c’è, che non ha nessuna intenzione di invadere la Polonia e la Francia o di occupare Roma in nome di una supremazia razziale, ma il prezzo sarà lo stesso: lacrime e sangue. Lacrime in parte già ampiamente versate vista la crisi economica permanente (è di oggi la notizia che le già fiacche stime di crescita del Pil italiano sono state ulteriormente tagliate), ma c’è qualcuno che vorrebbe vedere i nostri ragazzi versare anche il sangue e andare sui campi di battaglia.
Churchill era inglese. E gli inglesi non sono europei, sono inglesi. Fanno guerre da sempre, è la loro indole e la loro storia, dalla guerra dei cent’anni alle Falkland. Noi non siamo un popolo guerriero, l’Italia deve tirarsi fuori subito da questa follia del riarmo, Churchill non è roba nostra, noi stiamo da sempre con il Papa e le guerre sono solo inutili stragi. Le armi che servono per compierle sono strumenti per folli o se volete per inglesi che hanno avuto Churchill ma non hanno mai espresso un Papa.