di Mario Adinolfi

La pm Valentina Salvi ha parlato per sette udienze consecutive, completamente ignorate dai media che qualche mese fa dopo l’assoluzione di Claudio Foti vi hanno ficcato in testa l’idea che il “caso Bibbiano” fosse un falso, una strumentalizzazione politica della destra contro poveri servitori innocenti dello Stato che lavoravano tra servizi sociali e dintorni. Ma quello che vi hanno ficcato in testa non è vero. Il processo per Bibbiano è andato avanti, oscurato da giornali e tv, io ho cercato di raccontarvi periodicamente quel che accadeva presso il tribunale dove dal 2022 si prova a capire perché una serie di bambini furono tolti alle famiglie per affidarli a amici, amiche ed ex amanti della capa dei servizi sociali, inventando traumi mai subiti. Per questo 14 persone sono a processo e per costoro Valentina Salvi nella ottava udienza della requisitoria ha chiesto condanne pesantissime, con al fianco il procuratore capo Calogero Gaetano Paci. Dalla settimana prossima per oltre due mesi si terranno le arringhe dei difensori degli imputati. A maggio finalmente la corte d’assise tutta femminile presieduta da Sarah Iusto, giudici a latere Michela Caputo e Francesca Piergallini, pronuncerà la sentenza. Giusto in tempo per poi far finire tutto in prescrizione prima del terzo grado di giudizio e così potranno davvero dire che nessuno è stato condannato e la tragedia delle famiglie di Bibbiano ce la siamo inventata.
Per questo avrebbe meritato un po’ più di attenzione mediatica la ricostruzione meticolosa del sistema Bibbiano compiuta in sette lunghe sessioni dalla pm Valentina Salvi, che semplicemente ha spiegato perché i bambini del caso Bibbiano sono già stati tutti restituiti alle loro famiglie. Già perché che i servizi sociali abbiano sbagliato e di brutto a strappare i figli ai genitori non è in discussione, è già accertato. Il processo serve a capire se la capa dei servizi sociali della Val d’Enza che ad esempio ha tolto una bambina di 9 anni ad una famiglia per affidarla all’ex amante e alla sua compagna lo facesse falsificando atti e procedure, inventando traumi mai subiti, oppure tutto era compiuto regolarmente e in buona fede. Valentina Salvi pensa che abbiano tutti imbrogliato e che quello di Bibbiano fosse un vero e proprio sistema.
Per il vertice del sistema la pm ha chiesto la pena pesantissima di 15 anni di carcere: 11 anni e 6 mesi per i reati principali, 3 anni e 6 mesi per quelli minori. Per l’assistente sociale secondo in linea gerarchica sono stati richiesti 11 anni e 6 mesi, per l’ex moglie di Claudio Foti 8 anni e 6 mesi, per la psicologa Ausl 6 anni e 6 mesi, per un’altra assistente sociale 6 anni e 4 mesi, per la coppia di lesbiche affidatarie 3 anni ciascuna, 4 anni per le due educatrici, poi pene variabili dagli 8 mesi ai 5 anni per altre 4 imputate. È curioso come questo sia un processo tutto al femminile: donne le tre giudici, donna la pm, tutte donne con un’unica eccezione le 14 persone imputate.
Per la procura il sistema funzionava così: i servizi sociali della Val d’Enza miravano alcune famiglie di Bibbiano note come fragili, prelevano da quei contesti i bambini inventando traumi mai subiti, usavano psicologa Ausl e consulenza esterna pagata 135 euro per 40 minuti del centro Hansel&Gretel per certificare tali traumi, poi affidavano i bambini a coppie di ex amanti o conoscenti che ne traevano pure uno stipendio per il mantenimento. Il sistema è saltato perché i bambini negavano qualsiasi maltrattamento subito in famiglia e quando i carabinieri arrivarono a piazzare cimici ad esempio presso la coppia lesbica affidataria si dimostrarono proprio loro come persone violente, ad esempio scaricando dalla macchina sotto la pioggia la bambina di dieci anni loro affidata, perché negava ostinatamente nonostante le urla delle due donne di aver mai subito abusi dal padre.
Il sistema Bibbiano ci atterrisce perché bimbi vengono tolti alle loro famiglie ovunque in Italia e spesso con forzature tremende come quelle testimoniate nella zona del modenese dal caso ripreso dal podcast Veleno di Pablo Trincia. A Bibbiano si è aggiunto il fattore di una lobby lgbt attiva ideologicamente per togliere i figli alla famiglia naturale, giudicata quasi sempre “contesto tossico”. I reati per cui la pm Valentina Salvi ha chiesto le condanne delle 14 persone imputate sono innumerevoli: lesioni personali, violenza privata, falso, truffa, frode processuale, calunnia. Le parole della pm sono chiare: “Il sistema Bibbiano mirava a distruggere le figure parentali della famiglia naturale e gli imputati erano certamente consapevoli delle devastanti conseguenze causate ai bambini, sradicati dal proprio contesto, tenuti per anni lontani dalle famiglie, convinti di essere stati abusati dai loro genitori attraverso l’induzione di falsi ricordi”. Sul caso della bambina di 9 anni affidata alla coppia lesbica inventando abusi sessuali del padre, la pm ha fatto notare che prima la ex amante della responsabile dei servizi sociali che avviò la procedura omise di dichiararsi impegnata in una relazione omosessuale per facilitare l’affidamento, poi si mosse politicamente contattando un assessore per far inserire nella legge sui diritti lgbt anche il diritto per le coppie lesbiche ad essere affidatarie.
Di tutto questo sui giornali non troverete una riga, delle sette faticose udienze in cui la pm ha illustrato i particolari del sistema Bibbiano manco una parola nei telegiornali. Qualcosa è uscito solo sulla ottava e ultima udienza della requisitoria, quella in cui sono state elencate le richieste di condanna. Interessante che sia Repubblica che il Fatto Quotidiano mettano nel titolo che per la principale imputata sono stati richiesti “11 anni”, mentre invece la richiesta complessiva è di 15 di reclusione come ho sopra spiegato. Il Corriere della Sera omette proprio la cifra nella titolazione, ma almeno la inserisce corretta nel colonnino di info a supporto dell’articolo. Ovviamente il tutto è inserito in pagine interne, nascoste, senza richiami in prima.
Anni di processo non sono mai stati mediaticamente coperti ma sono orgoglioso di avervi dato con continuità su questa pagina i dettagli di quanto è stato detto in tribunale su un sistema vergognoso che deve essere duramente punito affinché nessuno si sogni mai di rimetterlo in piedi. E, attenti, il rischio c’è perché il sistema Bibbiano fu un esperimento politico e ideologico per togliere i figli alla famiglia naturale considerata di default come contesto tossico per consegnarli alle coppie arcobaleno, con il solito contorno di drenaggio di denari pubblici a favore di tutti i protagonisti e i complici del sistema stesso. I bambini di Bibbiano sono stati tutti restituiti alle loro famiglie d’origine e questa è già la prova che quel sistema fu brutale nell’infondatezza della ricerca di inesistenti abusi sui minori. Ma i bambini di Bibbiano porteranno per sempre addosso i segni di quanto il sistema fu violento con loro e da questo in futuro vanno protetti tutti i bambini e tutte le famiglie d’Italia.

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