di Mario Adinolfi
Mentre persino in Groenlandia le elezioni le vincono i sovranisti di destra e in Romania per non farli vincere devono prima annullare le elezioni dove sono arrivati in testa e ora escluderli per sentenza dalle nuove presidenziali, al Parlamento europeo va in scena lo psicodramma della sinistra italiana: tutti contro tutti dopo che Ursula Von der Leyen ha ripetuto con piglio teutonico che la priorità è riarmare l’Ue e spenderci 800 miliardi di euro.
Tutti sono contro il Pd, che in teoria starebbe con Ursula e in pratica è diviso in tre tronconi: con Pina Picierno a gridare viva la guerra alla Russia ora e sempre, con Marco Tarquinio a gridare basta armi e guerra, infine terzo troncone con Elly Schlein a dire che vanno bene un po’ di guerra e un po’ di armi ma ora Ursula sta esagerando. Il più comico di tutti è Michele Serra che era partito una settimana fa con la sua “piazza per l’Europa”, ora a tre giorni dalla manifestazione verga su Repubblica un duro articolo contro “l’armigera Ursula” e prova a spacciare la piazza di sabato come una piazza contro il riarmo. Chiedere alla Picierno, che peraltro è la più alta in grado del Pd in Europa essendo vicepresidente del Parlamento, che ne pensa di andare in piazza contestando la Von der Leyen.
E non parlo di Calenda che manderebbe i nostri soldati in Ucraina con quelli di Macron pure adesso, a suo modo diametralmente opposto a quel Giuseppe Conte che è stato il primo artefice del riarmo quando stava al governo, ma ora si è inventato una posizione di contestazione da sinistra delle titubanze del Pd e in piazza è l’unico che non ci andrà. Tutti gli altri si ammonticchieranno in gruppetti contrapposti a piazza del Popolo e sabato si vedrà perfettamente come una sinistra italiana contraddittoria e senza leadership non abbia idea di come affrontare le sfide concrete dell’oggi.
Il Pd attende indicazioni antitrumpiane dai dem americani, che però hanno i guai loro e il loro grado di confusione. Ne deriverà un sabato in cui la piazza di sinistra sarà la torre di Babele, tutti insieme parlando lingue diverse con intenzioni diverse e odiandosi tra loro pure un po’. Per questo ovunque le sinistre perdono.