di M. Zannini

È seriamente preoccupante il malcostume di un tifo sportivo che troppo frequentemente si trasforma in pioggia di insulti verso i giocatori avversari e i loro sostenitori, e verso gli arbitri.

Accade nelle gare tra adulti, e peggio ancora, in quelle disputate da adolescenti e ragazzini. L’ennesimo record della vergogna ci arriva fresco fresco da Motta di Livenza, dove in questo trascorso weekend, una mamma “tifosa” (le virgolette a questo punto sono d’obbligo) si è scagliata verbalmente contro la ragazza che arbitrava la partita di basket del figlio dandole della prostituta.

A mio avviso il triste e grave episodio di cui sopra è solo una delle tante caustiche manifestazioni di uno sport inquinato da una serie di problematiche che andrebbero seriamente attenzionate e risolte.

La prima è lo scopo. Tutte le competizioni sportive dovrebbero rimanere un momento di sano e sereno divertimento per chi deve giocare il gioco, non trasformarsi in un campo di lotta dove l’avversario debba essere massacrato ad ogni costo per ottenere la vittoria.

La seconda riguarda l’educazione. L’estrema rivalità che viene inculcata ai ragazzi all’interno di molte associazioni sportive, è dannosa particolarmente per i più fragili. Questa, oltre che da discutibili allenatori, viene sostenuta da genitori che frustrati dalla loro propria condizione personale, caricano sulla schiena dei figli tutto il loro malessere e le aspettative che non sono riusciti a soddisfare da soli nella propria vita. Il risultato è una tifoseria antieducativa, la cui pulizia è pari a quella di una discarica a cielo aperto, della quale i ragazzi si vergognano e farebbero volentieri a meno perchè profondamente umiliante. Il caso di Motta di Livenza parla da solo.

La terza tocca il delicatissimo tema della salute. Sono tutt’altro che rari i casi estremi nei quali i ragazzi, pur di non essere tagliati fuori dalle competizioni, arrivano a vivere casi di disordini alimentari e forme di bullismo perchè le performance sportive richieste anche con epiteti sconvenienti e offensivi, comportano assurdi sacrifici sul cibo, con conseguenze molto gravi sulla loro crescita e il conseguente sviluppo di patologie che lasceranno segni indelebili sul corpo e la psiche.

A questo punto qualcuno si chiederà che cosa c’entri la politica in tutto questo. A mio avviso c’entra parecchio perchè quando sui mass media fanno notizia lo scontro e i dibattiti conditi da insulti tra parti politiche che non sono in grado di argomentare ragionevolmente le loro idee, e lo scopo dell’eletto è quello di occupare ad ogni costo un posto di potere senza guardare in faccia a nulla e a nessuno, allora si manifesta perfettamente quel proverbio che recita “Il pesce puzza dalla testa”. Se l’esempio che arriva da chi occupa le aperture dei telegiornali e le prime pagine della carta stampata è questo, e viene enfatizzato per poi essere diffuso capillarmente in quanto “produce notizia”, non possiamo lamentarci se a cascata la gente si senta autorizzata a comportarsi ed esprimersi con la medesima qualità.

Allo stesso modo, la politica non può non considerare le ripercussioni che il suo modo di proporsi grezzo può incidere negativamente anche in altri ambiti. La problematica prima citata relativa alla salute, che può apparire scollegata dal tema in esame oggi, è invece una grave ramificazione dei primi due esposti.

Oggigiorno siamo tutti subissati dalla TV e connessi continuamente con Internet, ed è impensabile pensare ad un agire politico sia nazionale che locale esente da uno stile serio e rispettoso di chi ci circonda, mai volgare ma sempre pulito e improntato al servizio verso il prossimo a qualsiasi livello possiamo trovarci ad operare.

Quanto alla “tifosa” di Motta Di Livenza, spero possa chiedere pubblicamente scusa all’arbitro Alice Fornasier, al quale va tutta la nostra solidarietà, a tutti coloro che hanno partecipato alla partita di basket ma soprattutto al proprio figlio per questa sceneggiata di mamma della quale certamente avrebbe fatto ben volentieri a meno, e noi con lui.

Massimiliano Zannini – Coordinatore Veneto de Il Popolo della Famiglia

 

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