di M. Adinolfi

Gli Stati Uniti all’Onu e al G7 si sono schierati stanotte contro la rituale mozione dell’Ucraina che addita Mosca come unica responsabile della guerra, chiedendo integrità territoriale e “pace giusta”. L’Europa, Italia compresa, insorge e rompe con Washington sostenendo Kiev. Per ora siamo solo a un conflitto sulle parole di una mozione, ma ciò che è accaduto è preludio di un tornante storico. Bisogna guardare ai dati di fatto: la fine della guerra arriverà perché Putin la sta vincendo e dunque indubbiamente otterrà una porzione dei territori contesi che sono, lo ricordo sempre, russofoni e russofili. Furono per questo bombardati per primi dal governo di Kiev nel 2014 e basta andare su Google per verificare che l’inizio della guerra con i cannoneggiamenti su Donetsk e Donbass risale a oltre dieci anni fa. 

Se si vuole una “pace giusta” questi dati non possono essere ignorati. Gli Stati Uniti sono pragmaticamente dal lato della realtà. L’Europa votando la mozione russofoba di Kiev cosa mira ad ottenere? Il prolungamento infinito di questa inutile strage di giovani vite? Il punto politico è solo uno: i leader europei non schierarsi con Trump. E mi sembra una follia, contraria agli interessi oltre che al volere democratico dei popoli europei, che di certo ne hanno piene le tasche di pagare il conto di questa guerra folle.

Questo era il Donbass dopo due anni di bombardamenti del governo di Kiev, nel 2016, raccontato dal Tg2. E ancora c’è chi ha il coraggio di dire che la guerra non è iniziata nel 2014:
https://youtu.be/ljrEKyFA-ZU

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