di Mario Adinolfi
Il mondo sta cambiando e dobbiamo abituarci. La grande prova democratica del 5 novembre 2024 ha reso forte l’America e il suo presidente Donald Trump, che con Xi Jinping e Putin può costruire la vera nuova Yalta, in cui la novità è il peso del leader cinese che prende il posto di Churchill.
Tra i Paesi musulmani avanza il potere dell’Arabia Saudita e arretra quello dell’Iran mentre la Turchia vive il tramonto dell’era Erdogan che però proverà a cambiare la Costituzione per potersi ricandidare. L’Europa conta meno di Sud America e India. I 27 dell’Ue, in particolare, hanno fatto il percorso inverso degli Usa, hanno indebolito la loro forza non rispettando le indicazioni democratiche consegnate dagli elettori con il voto di giugno che imponeva un cambiamento, invece si è andati alla conferma di una delegittimata Ursula Von der Leyen.

In un cimitero di leader democraticamente travolti ma ancora aggrappati a forme di potere, la Meloni può giocare un suo ruolo e far forte l’Italia. Le elezioni in Germania del 23 febbraio le offriranno un’occasione per smarcarsi. La colga. La Spd di Scholz nel 2021 prese il 26% e AfD il 10%, i ruoli domenica si invertiranno e il partito più antico della sinistra (fondato nel 1863, ha assunto l’attuale denominazione nel 1890) subirà un’umiliazione che dopo quella dei dem americani scatenerà l’effetto tsunami. Bisognerà saper danzare durante il terremoto e poi surfare la gigantesca onda.

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